5 strumenti fondamentali per integrare la sostenibilità nella tua azienda

La sostenibilità per essere integrata richiede diverse azioni, alcune più di visione altre più pratiche. Oltre all’importanza della consapevolezza e della volontà di investire e fondare la propria azienda su principi etici e rispettosi di persone e ambiente, è necessario che vengano introdotti alcuni strumenti essenziali per lo sviluppo e l’integrazione della CSR in azienda.

I principali 5 strumenti che aiutano a integrare la sostenibilità sono i seguenti:

  • Codice etico: è un documento stilato su base volontaria dall’azienda (in genere viene redatto dal board o management) che contiene una serie di norme che i componenti interni all’organizzazione dovranno rispettare. Instillare la cultura della CSR all’interno di tutta l’azienda partendo con l’individuazione e pubblicazione dei principi etici e morali è un primo passo fondamentale verso l’integrazione della sostenibilità nell’organizzazione. Dotarsi di un codice di comportamento interno è utile anche per interfacciarsi con l’esterno e per essere considerato un interlocutore più credibile e affidabile.
  • Piano di sostenibilità: è la rappresentazione concreta della visione e degli obiettivi dell’azienda ed è per questo lo strumento cardine per il raggiungimento di una compiuta integrazione della CSR. Non a caso in genere sono le aziende più grandi e strutturate a dotarsi di questo documento strategico interno. L’attività di realizzazione del Piano dovrebbe coinvolgere tutte le aree/funzioni aziendali che possono contribuire agli obiettivi di sostenibilità attraverso specifiche attività di CSR. È importante infatti che queste abbiano impatti (calcolabili) sulle performance sostenibili dell’azienda. Sulla base della filosofia e del Purpose si individuano quindi degli obiettivi a breve, medio e lungo termine, e si redige un piano di interventi misurabili, predisponendo un monitoraggio dei risultati nel tempo. Solitamente, nelle aziende più strutturate ed efficienti, il piano è triennale e viene aggiornato di anno in anno.
  • Analisi di materialità: è prima di tutto un’attività di ascolto interno ed esterno all’azienda e di stakeholder engagement. Un percorso di indagine riguardo quali siano le priorità (i cosiddetti temi materiali) percepite dai portatori di interessi che gravitano attorno all’azienda e le aspettative rispetto alle azioni che questa porta avanti. Spesso l’analisi viene realizzata attraverso la somministrazione di questionari o l’esecuzione di interviste. Alla fine del percorso permette di ricavare output che, messi insieme fra loro, portano alla costruzione della cosiddetta matrice di materialità. Questa è la rappresentazione (sui piani cartesiani) grafica e tangibile dei temi maggiormente rilevanti e delle priorità per l’azienda e i suoi stakeholder. Si tratta di uno strumento di grande importanza perché fornisce il quadro del contesto e permette di maturare consapevolezze che aiutano a pianificare e strutturare le strategie di sostenibilità del futuro dell’azienda. 
  • Bilancio di sostenibilità: è il documento principe che racchiude l’impegno e i risultati ottenuti dall’azienda in termini di CSR. È una sorta di specchio e uno strumento utile sia per gli stakeholder interni che esterni all’azienda. La reportistica è la forma precipua di rendicontazione delle performance e degli impatti: ambientali e sociali, delle attività svolte e dei risultati dell’azienda. Ma non è solo un mero strumento di rendicontazione, è capace anche di delineare la visione e i valori dell’azienda. Il documento viene redatto sulla base del Purpose (se presente), in virtù degli obiettivi di sostenibilità prefissati e delle priorità emerse in fase di analisi di materialità. È importante redigere il bilancio secondo i criteri di rendicontazione riconosciuti (i GRI standard – Global Reporting Initiative sono i più utilizzati a livello internazionale) e integrare se possibile le informazioni tenendo come riferimento gli SDGs (Sustainable Development Goals) dell’ONU. Non ultimo è fondamentale farsi certificare il bilancio da enti di terza parte (attraverso audit di verifica e rilascio di Assurance statement). Questo non solo accresce l’attendibilità e il valore del documento ma ne constata il grado di trasparenza e credibilità verso l’esterno.
Rendicontazione azienda
Rendicontazione e analisi di risultati (Photo by Pexels)
  • Certificazioni: in sostenibilità non basta la parola, anche l’impegno spesso può non bastare. Perciò, servono i fatti. Per avere effettive performance sostenibili ed essere riconosciuti come tali dagli stakeholder (clienti in primis) è fondamentale certificare i propri processi, la propria struttura e organizzazione, i propri prodotti. Alcune certificazioni sono obbligatorie, altre richieste dal mercato, in ogni caso oltre ad attestare il corretto agire dell’azienda, servono anche per renderla più efficiente e al passo con i tempi.  Inoltre  accrescono la reputazione e il grado di fiducia dell’azienda nei confronti dei propri interlocutori. Vi sono svariate certificazioni (di carattere sociale, ambientale, etc..), ecco alcuni esempi:   SA 8000, certificazione per la Responsabilità Sociale; ISO 14001 per il Sistema di Gestione Ambientale; ISO 50001 per i Sistemi di Gestione dell’Energia; ISO 45001:2018 sui Sistemi di Gestione Salute e Sicurezza dei lavoratori, ISO 9001 per la Qualità. Vi sono poi altre certificazioni, attestati ed etichette di prodotto (per approfondire leggi questo articolo di 4sustainability). Quest’ultimo può essere anche valutato nel suo complesso in merito alle performance di sostenibilità attraverso la metodologia del Life Cycle Assessment (LCA) che considera gli impatti che il prodotto ha nei confronti dell’ambiente e della società durante tutto il suo ciclo di vita