I Sustainable Development Goals (SDGs) sono 17 obiettivi definiti e approvati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) nel 2015. In Italia conosciuti anche come ‘obiettivi dell’Agenda 2030’ poiché è stato posto proprio il 2030 come anno di riferimento per il raggiungimento di tali obiettivi. Questi rappresentano un riferimento per Stati, istituzioni, aziende, associazioni e cittadini. Una guida che definisce il percorso globale di sostenibilità che questi devono seguire. Obiettivi più o meno trasversali ma che rientrano ad ogni modo tutti in almeno una delle tre macro aree della sostenibilità: economica, ambientale e sociale.
Si tratta di obiettivi molto alti e sfidanti e, anche per questo motivo vi sono, in corrispondenza di ogni goal, diversi sotto-target (169) che specificano e indirizzano l’azione. Questi sono importanti per rendersi conto a che punto si è e che tipo di contributo si sta dando per il raggiungimento del macro obiettivo. Avere dei KPI di riferimento in questo senso è fondamentale.
Ogni Stato ha il compito di monitorare i progressi degli obiettivi di sviluppo sostenibile. In Italia a farlo è l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) che ha recentemente pubblicato il Rapporto 2021 con i risultati raggiunti e lo stato di avanzamento dell’Italia rispetto all’implementazione dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030.

Nel documento si legge come “La pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto drammatico sui progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile in tutto il mondo. Le ricadute sociali ed economiche si sono acuite nell’ultimo anno, in particolar modo nei Paesi in via di sviluppo, che hanno avuto un accesso minore a vaccini efficaci.”
E ancora: “secondo il Rapporto, infatti, tra il 2019 e il 2020 il nostro Paese mostra segni di miglioramento solo per tre Obiettivi, relativi a sistema energetico (Goal 7), lotta al cambiamento climatico (Goal 13) e giustizia e istituzioni solide (Goal 16). Si registra una sostanziale stabilità per altri tre Obiettivi: alimentazione e agricoltura sostenibile (Goal 2), acqua (Goal 6) e innovazione (Goal 9). Mentre sono peggiorati gli indicatori relativi a nove obiettivi: povertà (Goal 1), salute (Goal 3), educazione (Goal 4), uguaglianza di genere (Goal 5), condizione economica e occupazionale (Goal 8), disuguaglianze (Goal 10), condizioni delle città (Goal 11), ecosistema terrestre (Goal 15) e cooperazione internazionale (Goal 17).” (Leggi il documento integrale del Rapporto ASviS 2021).
Realismo e numeri che parlano chiaro: di questo passo l’Italia non riuscirà a raggiungere in tempo la maggior parte degli obiettivi al 2030, con gravi conseguenze in primis sociali, ambientali ed economiche.
Un po’ di fiducia per il futuro: gli elementi di ottimismo risiedono nel Green Deal varato dall’Europa e negli impegni presi verso una transizione sostenibile e socialmente giusta. La presentazione di Next Generation EU e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in Italia, focalizzati – in particolare – nella lotta ai cambiamenti climatici e nella modernizzazione digitale, lasciano intravedere una stagione favorevole agli obiettivi dell’Agenda 2030 e alla loro possibilità di raggiungimento. Una stagione di concretezza e pragmatismo, ma soprattutto di coinvolgimento.

E in questo senso viene spontaneo richiamare l’ultimo goal: il 17, quello sulle partnership. L’obiettivo che richiama di più al concetto della condivisione e del “lavoro di squadra”. Perché per affrontare una sfida epocale come questa ci vuole il contributo di tutti: individui, comunità, imprese, associazioni, governi e istituzioni.