Aziende e CSR: imprese sociali, trend di impegno e redazione del bilancio di sostenibilità in Italia

Comprendere il contesto e monitorare l’impegno e le intenzioni che hanno le aziende in merito a intraprendere azioni o percorsi di CSR, soprattutto in questa fase di grande trasformazione, è fondamentale.

Le aspettative (e le spinte) sono molteplici e provengono da più attori, stimolate in particolare dalle prospettive generate dal PNRR. L’Osservatorio Isnet in questo senso ha rilevato una “ripresa economica ed occupazionale per le imprese sociali in Italia: per il 2021 stimato un aumento del 5,5% dei posti di lavoro e un volume delle entrate a +4,7%. Molto diffuse le esperienze e le buone pratiche previste dalle missioni del PNRR ad impatto sociale” (leggi qui il comunicato).

Un’altra recente ricerca realizzata da Osservatorio Socialis ci aiuta ulteriormente a capire il contesto. Un contesto dove “saranno ancora le imprese a fare da driver: 8 aziende su 10 (campione aziende operanti in Italia con più di 80 dipendenti) hanno indicato che nel prossimo futuro lo sviluppo sostenibile, ispirato ai criteri ESG, sarà messo a sistema e maggiormente organizzato nel proprio modello di business”.

Durante l’evento Premio Socialis sono state anche rese note le priorità per le suddette aziende in termini di ambiti di investimento. Di seguito gli orientamenti espressi:

  • formazione del personale (49%)
  • condivisione della cultura a tutti i livelli aziendali e co-progettazione con il territorio (46%)
  • coerenza e implementazione dei sistemi di gestione (36%)
  • ascolto degli stakeholder e gestione attiva della relazione (31%)
  • comunicazione e informazione (16%)
  • programmazione e misurazione dei risultati (12%).

È interessante concentrare l’attenzione sull’ultima posizione, rappresentata da “programmazione e misurazione dei risultati”. Un dato non soddisfacente ma dovuto anche al fatto che azioni di questo tipo esigono consapevolezza e un percorso di sostenibilità già avviato. Ad ogni modo vi sono senz’altro margini di miglioramento.

Nell’ultimo rapporto di ConsumerLab intitolato “Sostenibilità alla sbarra” viene analizzata proprio la diffusione dei bilanci di sostenibilità. Questa “è scarsa come è irrisorio il numero di quelli redatti in rapporto con le imprese che dovrebbero o potrebbero redigerlo. Il rapporto tra i Bilanci di Sostenibilità pubblicati e le Imprese con più di 20 addetti risulta pari all’1,76%; il rapporto dei Bilanci di Sostenibilità pubblicati e le Imprese con più di 10 addetti risulta pari allo 0,63%.” Anche prendendo in considerazioni le aziende di dimensioni più grandi il risultato non cambia considerevolmente. Solo il 28.2% delle 1.915 principali Imprese italiane (Classifica Mediobanca) presenta un Bilancio; in particolare le prime 345 banche si fermano al 18,2%; delle 76 Società di Assicurazione il 27.6% lo presenta. (qui per scaricare il documento completo).

Dati che indicano nel complesso una difficoltà a integrare processi di programmazione e misurazione dei risultati. Probabilmente è lo scoglio e anche la sfida più grande soprattutto per le aziende che iniziano oggi a integrare la sostenibilità nel proprio agire. Queste, infatti, difficilmente hanno avuto modo di assorbire il cambio di scenario e di fare un percorso nel tempo. Tuttavia la programmazione e la rendicontazione stanno diventando sempre più elementi imprescindibili (anche per le aziende di piccole e medie dimensioni) e lo saranno sempre più (leggi l’articolo precedente su sostenibilità e PMI in Italia).

Esempio grafico rendicontazione risultati

Il trend sopra va visto infatti anche alla luce delle ultime decisioni prese dalla Commissione europea, verso maggiori obblighi normativi e la rendicontazione non finanziaria estesa dal 2026 a tutte le quotate (PMI comprese).

La misurazione degli impatti tuttavia va di pari passo, o meglio dovrebbe seguire, l’individuazione e impostazione di una programmazione strategica delle azioni di sostenibilità. In questo senso i criteri ESG stanno rappresentando sempre di più uno strumento utile per l’integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale.

Obblighi e tendenze a parte, misurare impatti delle proprie azioni produce una serie di vantaggi (leggi 5 strumenti fondamentali per integrare la sostenibilità nella tua azienda) e soprattutto permette di avere riscontri e ‘prove’ dell’impegno svolto in CSR. Non è solo una questione di trasparenza e correttezza oppure il fatto di evitare la spiacevole etichetta del greenwashing, ma soprattutto un elemento strategico. La rendicontazione aiuta a rafforzare il proprio lavoro e spinge a migliorarsi, ad alzare l’asticella sempre un po’ più in alto.